Inventato ancor prima del fiammifero, l'accendino che conosciamo oggi è l'erede diretto delle tecniche usate dai nostri antenati preistorici per domare il fuoco. Con quale scintilla di genio questa piccola fiamma tascabile è entrata nella nostra vita quotidiana, per accendere le nostre pipe, sigari e sigarette, ma anche le nostre stufe e gli inserti a legno?
L'addomesticamento del fuoco, le cui tracce scientificamente più convincenti risalgono a 400.000 anni fa, segna una fase cruciale della nostra preistoria. Infatti, imparare a controllare il fuoco permetteva ai nostri antenati di tenere lontani i predatori, cucinare il cibo, costruire nuovi strumenti, ma soprattutto... riscaldarsi! Tuttavia, l'addomesticamento delle fiamme inizia con un savoir faire particolarmente caro alla nostra azienda Stûv: accendere un fuoco. Tra i primissimi metodi troviamo la tecnica della percussione, vale a dire quella precisamente utilizzata dall'accendino. Si tratta di battere due materiali duri l'uno contro l'altro finché non si ottiene una scintilla abbastanza calda da accendere un combustibile.
Semplice nell'aspetto, questa tecnica ha dovuto essere affinata nel corso di migliaia di anni prima di poterne dimostrare l'efficacia. Infatti, per produrre una scintilla e per essere abbastanza efficiente da accendere un fuoco, l'homo sapiens ha dovuto testare molte combinazioni, essendo poco soddisfacente la percussione di una pietra focaia contro un'altra pietra focaia. Infine, è stato circa 15.000 anni fa in Europa che ha avuto origine la tecnica dell'accendino: la percussione di una roccia silicea contro un minerale di ferro (pirite o marcasite) per accendere l'amadou (fungo dell'esca), un fungo che allora era il primo accendi-fuoco. Infine, l'acciaio sostituisce la pirite per formare scintille più grandi, più numerose e più calde. Nasce la forma più antica di accendino: l'accendino a selce, ancora in uso in alcune parti del mondo.
L'arrivo dell'accendino a gas è una piccola rivoluzione. Inventato dal francese Henry Pingeot e commercializzato da Marcel Quercia, il primo accendino tascabile, il Crillon, apparve nel 1948. E che innovazione! In un semplice colpo di pollice, la scintilla prodotta accende il flusso di gas rilasciato. Una volta che il serbatoio è vuoto, l'accendino non deve essere gettato via: viene ricaricato presso il tabaccaio. Occorrerà attendere gli anni 70' per vedere sbarcare a Parigi i primi accendini usa e getta del marchio Bic, oggi leader mondiale sul mercato. Questo piccolo oggetto in plastica, dal design familiare, è ormai una vera e propria celebrità, poiché fa parte della collezione permanente "Architettura e Design" del Museum of Modern Art (MoMa) di New York.
Un'altra celebrità, lo Zippo è della Pennsylvania, frutto di un designer alla ricerca di estetica, semplicità e affidabilità. Tutta la filosofia di Stûv! Georges Blaisdell, nel 1931, ebbe quindi l'idea geniale di progettare un accendino da tempesta (a benzina) dotato di una chiusura a cerniera: i più esperti riuscirono ad aprirlo e ad accenderlo con un solo scatto delle dita. Chiamato Zippo in riferimento ad un'altra rivoluzione, la chiusura lampo (zip), questo accendino di design sarà ricordato per gli anni a venire.
Non ricaricabile o da collezione, ancestrale o contemporaneo, l'accendino è diventato una parte essenziale delle nostre case. Un piccolo oggetto che nasconde una grande storia!